Gioco d’azzardo patologico? Una malattia

Quando penso alla parola gioco automaticamente mi vengono in mente pensieri positivi: bambini che si divertono, adulti che scherzano, risate, allegria, felicità.

Eppure, se mi focalizzo meglio, so che c’è un ambito dove la parola gioco può diventare dolore, lacrime, infelicità, dipendenza…un ambito che spesso viene sottovalutato e che proprio perché contiene quella parola , “gioco”,  rimanda sensazioni positive.

E’ possibile che il gioco diventi pericoloso?

La risposta è sì. E’ senz’altro possibile quando il gioco ti fa perdere soldi oppure oggetti di valore sulla base di  risultati determinati dalla sorte.

Stiamo parlando del Gioco d’Azzardo Patologico.

Il Gioco d’Azzardo Patologico è una malattia a tutti gli effetti.  E’ inserito all’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali  tra i disturbi correlati all’uso di sostanze al pari di altre dipendenze.

Quando si può parlare di dipendenza da gioco?

Ci sono alcuni segnali che ci fanno capire se una persona è dipendente dal gioco. Proviamo ad elencarne qualcuno:

  • La persona avverte il bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata (tolleranza)
  • La persona diventa nervosa o irrequieta se tenta di ridurre o interrompere  il tempo dedicato al gioco (sindrome di astinenza e carving)
  • La persona tenta di interrompere il gioco d’azzardo ma non ottiene risultati
  • La persona è assorbita completamente dal gioco d’azzardo
  • La persona gioca d’azzardo quando avverte disagio
  • Dopo aver perso al gioco ci si illude di poter recuperare con le vincite i soldi persi e si continua a giocare per rincorrere le perdite (chasing).
  • La persona non ammette il proprio coinvolgimento nel gioco e tende a mentire

Cosa fare se si sospetta dipendenza?

Di solito non è mai il giocatore che chiede aiuto ma i suoi familiari, amici o qualcuno che gli sta vicino. Il giocatore tende a tranquillizzare le persone che lo circondano anche mentendo.
Bisogna evitare di fornire soldi ai giocatori, non assecondarli e rivolgersi ad un centro specializzato per la cura di questa dipendenza.

Sul web, un aiuto per i giocatori:  prevenzionenoslot.org

In questi giorni, per motivi di lavoro, sono venuta a conoscenza di un progetto chiamato “Prevenzione No Slot”, un progetto nato sia dall’esigenza di informare che da quella di aiutare i “giocatori” d’azzardo.

Tramite questo progetto è possibile ricevere un valido aiuto per contrastare il gioco d’azzardo patologico, un aiuto per familiari e per il giocatore stesso.

Il sito di riferimento è prevenzionenoslot.org, un sito in cui è possibile addirittura contattare l’operatore tramite chat.

Giovedì 15 dalle 18 alle 19 avrò l’opportunità di intervistare Simone Feder, uno dei collaboratori del progetto, che durante la trasmissione radiofonica “Pensa digitale” in onda su www.radioagora21.com ci fornirà maggiori informazioni sulla dipendenza da gioco d’azzardo e sul progetto.

Avete delle domande? Lasciate un commento o un messaggio Whatsapp al seguente numero 370.1359686. Lo leggeremo in diretta.

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Simone Feder – Psicologo, lavora da anni nelle strutture della comunità Casa del Giovane di Pavia dove è coordinatore dell’Area Giovani e dipendenze per la quale si occupa di prevenzione, accoglienza e trattamento di giovani e adulti con differenti tipologie di disagio. Giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano e coordinatore nazionale dell’associazione Movimento NoSlot e blogger di Vita Magazine nella pagina NoSlot.

4 commenti

  1. RITA in 21 Aprile 2018 il 21:59

    Articolo molto utile.

    • Katia D'Orta in 17 Settembre 2018 il 15:42

      Grazie Rita!

  2. RITA in 21 Aprile 2018 il 21:56

    Buonasera, mi chiamo Rita e nutro un forte sospetto che un mio caro amico sia dipendente dal gioco. Lui nega, dice di giocare occasionalmente al lotto o al Gratta e Vinci. Lui naviga e quando sbarca mi evita e si ritira in solitudine. Come mi devo comportare? Mi devo imporre e cercare di stargli vicino, anche andando a casa sua senza invito o lo devo lasciare tranquillo con la speranza che un giorno sarà lui a cercare me per farsi aiutare? Grazie di cuore per la risposta. Un caro saluto

    • Katia D'Orta in 17 Settembre 2018 il 15:46

      Ciao Rita! Mi dispiace scorgere questo tuo commento solo ora. La mia risposta potrebbe non esserti più utile. Non sono una psicologa e quindi non posso sapere quale comportamento possa essere il più opportuno. Ho paura che il tuo amico non ti cercherà per dirti che ha un problema e nella tua situazione probabilmente proverei a fare un tentativo per aprirgli gli occhi. Ti segnalo il sito https://www.prevenzionenoslot.org/ dove ti possono dare concretamente una mano. In bocca al lupo. Katia

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