Phubbing: un fenomeno in continua crescita

Phubbing

Come sono cambiate le relazioni sociali con la diffusione degli smartphone? Sono migliorate o sono peggiorate?

Sappiamo per certo che per molte persone lo smartphone è diventato uno strumento indispensabile, un mezzo di comunicazione del quale non si può più farne a meno.

Quante volte vi capita di vedere gente che attraversa la strada con lo sguardo rivolto allo smartphone?

E ancora…vi è mai capitato di essere ignorati mentre parlate con qualcuno notando che sta prestando più attenzione al suo cellulare che alla vostra persona?

Sicuramente capita a tante persone.

Non è una bella sensazione essere ignorati per un dispositivo elettronico perché si ha la sensazione di “contare” meno di un oggetto.

Attenzione ai rapporti di coppia

Se da una parte il nostro smartphone serve a metterci in contatto con altre persone geograficamente distanti da noi e quindi ad incrementare le nostre relazioni interpersonali, dall’altra parte dobbiamo fare attenzione a non allontanare le persone che abbiamo vicino. Si potrebbe quasi dire che il dispositivo per alcuni diventi il migliore amico virtuale e che si tende, invece,  a curarsi di meno delle persone che si hanno vicino, nella stessa stanza.

Questo fenomeno in continua diffusione e che tende a mettere in crisi principalmente le relazioni di coppia ha un nome ben preciso:  Phubbing.

Cos’è il phubbing?

Il phubbing è l’atto di ignorare qualcuno in un contesto sociale  prestando più attenzione allo smartphone che alla persona che si ha di fronte.

La parola “Phubbing” è una parola che deriva dall’unione di due parole inglesi: phone (telefono) e snubbing (snobbare, trascurare) ed è stata introdotta ufficialmente nel 2012 dal Macquarie Dictionary, il dizionario australiano di riferimento per la lingua inglese.

 

Per contrastare il fenomeno circa 4 anni fa Alex Haigh,  che all’epoca era uno studente ventitreenne di Melbourne, è diventato promotore di un’iniziativa che in molti hanno accolto a braccia aperte, contro il phubbing ideando una campagna comunicativa e un sito web contro il fenomeno.

Sul sito stopphubbing.com viene riportato una descrizione di questa problematica e un sondaggio su cui potrete votare se siete a favore del phubbing o contrari.

Attualmente i dati riportano un percentuale di persone contro il fenomeno dell’83% e 17% a favore.

Il sito è principalmente suddiviso in tre utili sezioni:

  • una sezione dedicata a spiegare il fenomeno e la sua diffusione attraverso delle percentuali e casi pratici, che riportano degli esempi evocativi. Così scopriamo che l’87% degli adolescenti preferisce comunicare scrivendo dei messaggi piuttosto che incontrare l’altra persona faccia a faccia oppure che un ristorante conta mediamente 36 casi di phubbing a cena che equivale a spendere 570 giorni da soli piuttosto che in compagnia di altri
  • una sezione dedicata alle “vittime” del phubbing che possono usufruire di una mail precompilata da spedire agli amici/compagni dai quali vengono ignorati.  Infatti la maggior parte delle persone che dedica maggiore attenzione alla consultazione di social network, e-mail, ricerche su internet e altro, non è assolutamente cosciente dei danni che provoca nelle persone vicine che vengono ignorate.
  • Una sezione “download” dove poter scaricare poster, frasi e altro contro questo fenomeno per esporli in luoghi pubblici

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E voi cosa ne pensate? Siete vittime di phubbing? Siete dei phubber?

Fatecelo sapere!

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