Cyberbullismo: postiamo con la testa

Punto a capo

Cyberbullismo? Una delle piaghe della nostra rete. Uno dei pericoli di cui mi “tocca” parlare quando entro nelle aule scolastiche ai ragazzi che sono connessi 24 ore su 24 alla rete. “Posta con la testa” è la frase più ricorrente alla quale faccio riferimento quando parlo di pubblicazione sui social network, quando parlo di privacy, quando parlo di netiquette.

Spesso spiegando il fenomeno del cyberbullismo mi capita di avvertire che il confine tra lo scherzo e il “disastro” è molto labile. Allora per spiegarmi meglio, faccio degli esempi.
Parlo dei casi reali, le tragedie accadute ad adolescenti. E’ un po’ brutale ma l’unico modo affinchè i ragazzi possano in qualche modo “identificarsi” nelle situazioni.

E quante volte ho parlato di Andrea? Quante volte ho fatto riferimento a quel ragazzo di 15 anni che si è tolto la vita nella sua casa di Roma perché vittima di cyberbullismo?

Andrea che di cognome è “Spezzacatena” ma il suo cognome non lo ricordano in molti perchè da subito è diventato “il ragazzo dai pantaloni rosa”

Quel caso mi aveva molto colpito: era il 2012 e mi ricorda una lezione di una mattina di novembre fatta con il cuore in mano e dicendo ai ragazzi: “vedete quali possono essere le conseguenze dei vostri pregiudizi? Dei vostri scherzi? Ma, soprattutto, delle vostre parole?” Devo dire che le risposte dei ragazzi, quel giorno, erano state confortanti.

Anno dopo anno, il pensiero di non avere altri casi come quello di Andrea spinge il mio desiderio di continuare a seminare l’educazione digitale.

E arriviamo al 2016. Alle vie della rete che sono infinite.

Tramite un social network, Facebook, vengo in contatto con la presidente dell’AIPREB, Associazione italiana prevenzione bullismo, Teresa Manes.

Teresa Manes è laureata in Giurisprudenza ed esperta in Scienze criminologiche e Pedagogia forense, è impegnata attivamente in progetti di sensibilizzazione su bullismo, cyberbullismo e disagio giovanile, partecipando a campagne di prevenzione di rilievo nazionale in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni.

E’ sicuramente una persona che mi è affine… e poi faccio la scoperta.

Teresa è soprattutto una madre, una madre che sta lottando per avere un mondo migliore. Teresa è la madre di Andrea.

Teresa è una persona che nell’elaborazione del lutto e nella sua ricerca di risposte ha scritto due libri :

“Andrea: Oltre il pantalone rosa (Napoli, Graus Editore, 2013)”
“Punto a capo, la vita dopo il suicidio di mio figlio” (Erikson)

Da questo nostro interagire è nata l’idea di un’intervista su www.radioagora21.com dove conduco il programma di educazione digitale “Pensa digitale” che andrà in onda domani 06/10/2016. Il focus dell’intervista saranno gli aspetti preventivi relativi al cyberbullismo.

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